I SOCIAL COME SUPPORTO PSICOLOGICO: IL CASO FORUM EMICRANIA

I social sono sempre più demonizzati e allo stesso tempo sono sempre più utilizzati. Credo che l’abuso dei social network possa essere dannoso, ma il loro utilizzo responsabile può essere molto utile soprattutto per chi vive un disagio che potrebbe portarlo a chiudersi e isolarsi del tutto. Nella mia esperienza sia di psicologa che di paziente, credo che i social benché non possano e non debbano sostituire i rapporti reali né tanto meno il parere del medico, possano fornire un supporto complementare molto utile. Come sempre, ho sperimentato io stessa gli strumenti che suggerisco ai miei pazienti, quindi vi racconto qui in breve la mia esperienza.

Soffro di emicrania da moltissimi anni, ma solo alcuni mesi fa, in uno dei periodi più difficili in cui si era cronicizzata fino a diventare continua, mi sono messa a cercare su Facebook se ci fossero gruppi su questo argomento. Ne ho trovati diversi e mi sono iscritta a tutti. Avevo bisogno di condivisione, avevo bisogno di comprensione. Nel giro di pochi giorni ho visto che quello più attivo e più centrato sul mio problema era “Forum emicrania“. Ho iniziato a scriverci, a interagire, a cercare conforto e a dare conforto.
È incredibile il potere della condivisione, ma non una condivisione a caso, una condivisione mirata
con chi può capire perfettamente i tuoi stati d’animo perché sta vivendo la tua situazione. Non è facile spiegare a chi ci circonda che non si tratta di un semplice mal di testa, che non basta prendere un analgesico, che non basta distrarsi un po’, che non è colpa del tempo. In questo gruppo non ho dovuto spiegare proprio niente perché ogni singola persona sa perfettamente quanto possa essere faticosa, dolorosa, a volte impossibile la vita di un emicranico. Non devo spiegare niente, entro e leggo pensieri, esperienze, dubbi e sensazioni che ho provato io stessa. E allora ci si scambiano consigli, ci si dà conforto, si condividono le esperienze.
Io nella vita ho sempre scritto. Libri, articoli, editoriali, post, tweet, aforismi… e improvvisamente mi sono resa conto che molto di ciò che scrivo può essere compreso veramente in questo gruppo, perché si può raccontare il dolore, ma due persone che conoscono lo stesso tipo di dolore hanno una connessione fortissima, hanno una comprensione più profonda.
Ho passato mesi, quelli più difficili, a dire e pensare: “Questa non è vita”. Ora in questo gruppo leggo questa frase ogni giorno e so che chi la scrive prova quello che provo io.
Sapere di così tante persone che soffrono quotidianamente per questa patologia è triste, ma sapere che queste persone sono lì, possono interagire tra loro, ci fa sentire meno soli. Siamo tanti nel gruppo, circa 10mila, e siamo tutti desiderosi di condivisione, di comprensione.
A un certo punto ho scoperto che, per puro caso, l’amministratore del gruppo, Massimo Neri, l’avevo conosciuto anni fa, ci eravamo ritrovati a un pranzo insieme con amici comuni. Gli ho chiesto come gli fosse venuta l’idea di questo gruppo e mi ha risposto: “Mi venne in mente di creare questo forum perché volevo condividere con altra gente questo mio malessere, mai avrei pensato che sarebbe diventato uno dei gruppi più grandi di Italia. Oggi è un posto dove tutte le persone si confrontano e si raccontano.
È proprio così, è un posto in cui ci incontriamo, ci raccontiamo, ci confrontiamo e troviamo un po’ di conforto. La condivisione non guarisce, ma lenisce. La condivisione quella vera, autentica, con chi può capire la tua storia perché la tua storia è anche la sua.
Poi ognuno sa cosa può fare per se stesso. Può decidere di intraprendere un percorso psicologico, può fare molto per sé e per il proprio benessere, e a volte “parlare” su un social può essere un inizio, un modo per sbloccarsi, per capire meglio cosa possiamo fare. L’emicrania cronica, come altre patologie sia fisiche che psicologiche, coinvolge ogni aspetto della vita del paziente e solo lui sa quanto sia faticoso ma anche quanto sia importante non arrendersi mai.

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